KARATE FEMMINILE
IL KARATE TRADIZIONALE AL FEMMINILE: “L’AUTODIFESA”
Al giorno d’oggi si parla spesso di “autodifesa” per le donne in quanto il problema della sicurezza personale è molto sentito. Al riguardo sono state spese molte parole controproducenti e a sproposito.
Il problema dell’insicurezza non dipende quasi mai da fattori esterni ed ambientali ma, soprattutto, dal proprio equilibrio psicologico. Ciò vale anche per i potenziali pericoli e le probabili aggressioni. Non bisogna dimenticare che la stragrande maggioranza delle violenze (oltre l’80%) avviene nell’ambito familiare o nella cerchia di parenti o conoscenti. Occorre quindi affrontare la questione prestando molta attenzione all’equilibrio fra corpo e mente; occorre combattere “la paura della paura” e fortificare la propria autostima.
Il termine “autodifesa” viene interpretato normalmente come una serie di tecniche, più o meno sofisticate, da utilizzare nei confronti di uno o più aggressori con o senza armi. Da questo punto di vista un “corso di autodifesa” non serve assolutamente a nulla, anzi, può essere molto dannoso in quanto potrebbe generare nel praticante una falsa sicurezza delle proprie capacità, non corrispondente alla realtà e, quindi, metterlo in condizioni di estrema pericolosità di fronte a un’eventuale aggressione.
La possibilità di “autodifesa reale” dipende dall’equilibrio tra corpo, mente, stato emozionale e sentimentale. Questo equilibrio si può ottenere solamente attraverso un allenamento intenso e protratto nel tempo delle tecniche fisiche e mentali proprie di un’arte marziale e mantenuto con una pratica costante. Occorre però fare molta attenzione perché oggi un gran numero di discipline vengono definite “arti marziali” senza averne le caratteristiche. Il termine viene usato perché è di moda o per attirare nuovi adepti i quali, illudendosi, si trovano a praticare delle tecniche e delle metodologie che nulla hanno a che vedere con le arti marziali.
Il Karate Tradizionale ha mantenuto i connotati tecnici, metodologici, psicologici e filosofici delle Arti Marziali, affondando le proprie radici in secoli di storia. È giunto ai giorni nostri con il suo immenso bagaglio culturale, non ancora completamente scoperto, da i grandi Maestri del passato che ne custodivano i segreti di Arte Marziale esoterica. La pratica del Karate Tradizionale porta a una migliore conoscenza di sé e quindi a un’ottima capacità di autodifesa. Oggi la donna ha acquistato una consapevolezza e un’indipendenza che le permette di essere protagonista del proprio futuro.
La presenza sempre maggiore di donne che praticano Karate Tradizionale è spesso motivata dai vantaggi terapeutici sia fisici che mentali riscontrati in seguito alla pratica costante e consapevole di una disciplina marziale. L’analisi delle caratteristiche terapeutiche delle arti marziali ha però evidenziato una controindicazione dovuta a un vizio di interpretazione. Le donne che praticano una disciplina considerata tipicamente maschile sono spesso condizionate a identificarsi con l’immagine culturalmente determinata della “donna guerriera”. In verità un processo di formazione non dovrebbe vincolare nuovamente una persona in un modello precostituito, ma piuttosto incentivare la ricerca del proprio modello.
Le donne che praticano arti marziali non dovrebbero sentirsi costrette a trasformarsi in uomini per esserne all’altezza. Con la pratica del Karate Tradizionale in verità la donna riscopre qualità in suo possesso sinora mai utilizzate. Il risultato finale è una maggiore assertività; assertività come espressione chiara e diretta delle proprie emozioni siano esse definibili deboli o forti. Ciò consente una maggiore fiducia in se stessa e il miglioramento dei rapporti con gli altri.
La donna, acquistando sicurezza in se stessa, può concedersi una soddisfacente espressione tanto della rabbia quanto dell’amore. L’uomo, addestrandosi all’assertività, migliorerà la sicurezza in se stesso imparando a gestire emozioni di rabbia e d’amore. Il Karate Tradizionale offre un terreno asessuato per quanto riguarda la possibilità di esprimersi e crescere come essere umano e contemporaneamente rispettoso delle differenze tra uomo e donna.
Alessandra Zoia – difesa personale per la donna